Vairano Patenora ha due ville comunali, finalmente, ed altri spazi verde ove tanti ragazzi possono giocare e divertirsi al riparo di automobili e motociclette impazzite.
Bisogna ringraziare il Comune di Vairano per aver creato questi spazi e per averli dati in gestione, a determinate condizioni, ad imprenditori locali pronti ad investire e ad intravedere una nuova possibilità di guadagno.
Naturalmente le nuove iniziative hanno creato da una parte gioia e soddisfazione nella popolazione per la possibilità di accedere e godere di spazi verdi, curati e tranquilli, e dall'altra un certo malcontento, specialmente in coloro che gestiscono da anni attività commerciali similari.
Il "problema" è evidente, ma è un falso problema.
Negli affari e nel libero mercato non vi devono essere oligopoli. Siamo tutti pronti a dirlo fino a quando non si viene toccati in prima persona, ma siamo tutti contrari se qualcuno prova ad intaccare, investendo i propri capitali, i nostri affari. Siamo tutti pronti a gridare contro la Telecom e al suo famigerato canone, ma se qualcuno vuole aprire una macelleria vicina alla mia allora impongo il mio "canone" e mi prodigo in pagine e pagine di considerazioni e consigli gratuiti a favore del nuovo futuro macellaio per spiegare e fargli capire come la sua attività non possa funzionare.
Non è un problema solo di Vairano Patenora, è un problema tipicamente italiano. La mancanza di liberalizzazione delle attività (commerciali e non) a causa delle forti pressioni sulla "politica" è da sempre il vero freno dell'economia italiana. E' il freno che non permette la vera concorrenza, e lo sviluppo del paese.
Ma la cosa ancora più grave, e che per la verità è solo quello che mi preme mettere in luce, è il fatto (asimmetria) che mentre vi sono alcune attività (in generale) soggette alla concorrenza più spietata (Mercato Ideale o quasi) vi sono invece alcuni settori del mondo del lavoro che non vengono nemmeno sfiorati dalla liberalizzazione.
Non parlo della Legge Bersani, che ognuno può consultare e studiare, parlo invece da un punto di vista egualitario, punto di vista che ci ha sempre contraddistinto, dei cittadini rispetto alle attività lavorative nel senso più generale possibile.
In Italia esiste questa asimmetria che stona e dà sempre più fastidio e che per la verità è anche in contrasto con la nostra Costituzione. L'asimmetria dei cittadini italiani rispetto alla scelta, e allo svolgimento, della propria attività lavorativa è pericolosa, frena lo sviluppo, compromette l'autoderminazione dei singoli, blocca il miglioramento dei servizi e delle professionalità, crea persone infelici, un mondo lontano dalla meritocrazia ... ecc.
Esiste per caso un blocco dell'attività di operaio? Possono per caso gli operai evitare che un nuovo arrivato (rumeno, albanese, italiano,... ecc.) si metta a lavorare a prezzi concorrenziali?
Esiste un'impresa edile (agricola, di servizi, ... ecc.) che possa vietare ad un cittadino di creare una nuova impresa edile (agricola, di servizi, ... ecc.)?
Può un artigiano vietare ad un altra persona di diventare artigiano e fargli concorrenza?
Può un musicista evitare che un altro musicista gli faccia concorrenza? Possono i camerieri riunirsi in gruppo e vietare a qualsiasi altra persona di fare il cameriere?
Non è possibile. Non si può. Così è giusto e così la situazione è perfettamente simmetrica: ogni cittadino può decidere di autoderminare il proprio lavoro in base alla proprie volonta, capacità ed inclinazioni.
Queste attività sono soggette ad una concorrenza spietata, da Mercato Ideale, e restano in piedi grazie alla professionalità nel lavoro, all'assistenza ai clienti, al genio e alla capacità personali, messe in campo dal lavoratore (imprenditore, professionista, operaio).
E allora perchè dovrebbero esistere (ed esistono) attività che invece godono di una copertura e tutela da oligopolisti. Esistono forse due tipi di cittadini? Quelli da concorrezza spietata e quelli protetti (caste)?
Perchè se non nasco figlio di macellaio non posso fare il macellaio fino a quando qualcuno non decida di smettere l'attività? Perchè se non nasco figlio di farmacista non devo poter aprire una farmacia fino a quando qualcuno non decida di vendere la sua attività?
E cosa dire del commercialista di turno, del notaio, del benzinaio, del barista, dei medici condotti, dei tassisti, dei ristoratori, ... , eccetera?
L'elenco delle caste è lungo e ben noto a tutti.
L'asimmetria è evidente: alcuni lavoratori godono nel corso della loro vita lavorativa di protezioni e facilitazioni e altri invece sono soggetti alla concorrenza più forte.
Questa asimmetria è ingiusta e deve essere sanata in uno Stato civile.
Non vi è alcuna logica egualitaria in queste protezioni e non vi è alcun vantaggio per la popolazione in questa asimmetria. Non vi è alcun vantaggio nell'esistenza delle caste.
Il cittadino comune in quanto cliente non ha alcun vantaggio da simili protezioni, il cittadino comune in quanto lavoratore non ha alcun vantaggio dai sistemi oligopolici; il cittadino comune ha vantaggi invece dal libero mercato, dalla concorrenza corretta. Il cittadino in quanto lavoratore deve avere la possibilità di poter autodeterminare il proprio lavoro e quindi il proprio futuro. La società, e quindi la politica, devono fornire al cittadino, gli strumenti culturali e professionali per poter autodeterminare il proprio lavoro.
La politica e la società in generale devono liberalizzare il mercato in senso generale e annullare d'un colpo gli oligopoli esistenti.
I cittadini devono invece cominciare a riflettere e a capire che solo grazie a competenze sempre più professionali si può essere competitivi nel mercato del lavoro. Solo lo studio (teoria, pratica, e riflessione) e l'applicazione costante possono, e devono, renderci differenti nel mercato del lavoro. Non è più il momento di coperture e protezionismi nel mondo del lavoro, nel libero mercato, e in generale in tutte le attività umane. Non è più ammissibile la difesa del ruolo, o posizione, sociale acquisita più per intervento dell'amico di turno che per capacità e competenze personali.
E' comodo... per pochi. E' un danno per tutti!
Il mondo vecchio è duro a morire, ma il mondo nuovo esige un cambiamento drastico e repentino.
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